Il busto ortopedico ha la funzione di correggere una serie di patologie a carico della colonna vertebrale come la cifosi, la scoliosi e altre patologie artrosiche.
La funzione del busto è quindi quella di, alleviare, nei limiti del possibile, una serie di condizioni ortopediche. Ma non è utile in tutti i casi, né è sempre indicato.
Bisogna distinguere quei casi in cui il busto può effettivamente rivelarsi utile per il trattamento delle patologie da quelli in cui invece è preferibile ricorrere a terapie alternative come ad esempio l’esercizio fisico e il corsetto.
Di seguito andremo a trattare quali sono le funzioni del busto, in quali casi può essere utile e quali patologie possono essere trattate attraverso questo strumento ortopedico.
A cosa serve il busto?
La funzione del busto è quello di rallentare la progressione di una serie di patologie a carico della colonna vertebrale come la scoliosi e la cifosi. In alcuni casi il busto può avere anche la funzione di alleviare la gravità di queste condizioni, riducendo i gradi di cifosi e scoliosi. Quindi, viene utilizzato come strumento conservativo, per evitare un aggravamento della patologia, soprattutto nelle fasi cruciali dello sviluppo del soggetto, in cui è più probabile un peggioramento e nei casi più fortunati può fungere anche da correttivo, per ristabilire una condizione di normalità.
Quando viene prescritto il busto ortopedico?
Il busto ortopedico deve essere ovviamente prescritto da un ortopedico, il quale nel corso della visita deve prendere in considerazione una serie di fattori, essenziali per valutare l’opportunità di prescrivere al soggetto questo tipo di terapia.
Vediamoli insieme:
- Età del soggetto: bisogna partire dal presupposto che è possibile ridurre la gravità delle patologie a carico della colonna vertebrale, come ad esempio la scoliosi o la cifosi, solo ed esclusivamente in età evolutiva, quando c’è ancora un margine di intervento. Quindi mano a mano che ci si avvicina alla fine dello sviluppo osseo diminuisce progressivamente la possibilità di ottenere una correzione soddisfacente e quindi l’opportunità di prescrivere questo strumento ortopedico. In linea di massima è possibile intervenire con il corsetto prima dei 17 anni per gli uomini e prima dei 16 anni per le donne, ma ovviamente risulta essenziale valutare il grado di sviluppo osseo raggiunto dal paziente;
- Gradi cobb: nella letteratura scientifica sono previste delle soglie di intervento oltre le quali si sceglie di intervenire con una delle terapie a disposizione a seconda della gravità della patologia e quindi della curva. Se nei casi più lievi la scelta ricade sugli esercizi mirati e nei casi più gravi si sceglie invece di optare per l’intervento chirurgico, il busto viene di solito prescritto per i casi intermedi, quando c’è bisogno di intervenire per (tentare di) fermare la progressione della condizione ma l’intervento chirurgico risulta sproporzionato.
Ad esempio, il Ro+Ten Litecross90 (lo trovi qui: https://ortopediapalmeri.it/busto-corsetto-ortopedico-basso-in-tessuto-ro-ten-litecross90-pr1-1090/) si rivela efficacissimo in caso di patologie lievi che interessano il tratto lombare e lombosacral. - Opinione dei genitori del ragazzo/ragazza: indossare un busto non è un’esperienza semplice. In alcuni casi si rende necessario indossare lo strumento ortopedico anche per 16 ore al giorno o più nella speranza di correggere la curvatura. Si tratta di un’esperienza che può lasciare delle ferite profonde nella psiche del paziente, soprattutto in un’età, come quella della prima adolescenza o della pre-adolescenza, in cui si è particolarmente sensibili al giudizio altrui. Nella scelta di optare per questo tipo di terapia risulta quindi fondamentale parlare con i genitori del ragazzo/a che svolgono un ruolo fondamentale nel supporto psicologico del giovane paziente.
Per ricapitolare, il busto ha la funzione di correggere la condizione o almeno arrestare la progressione della patologia evitando quindi che peggiori. Il busto non è l’unica opzione disponibile per trattare questo tipo di patologie e nella scelta di optare per questo strumento ortopedico piuttosto che per le alternative come l’operazione chirurgica e l’esercizio fisico il medico valuta vari fattori come l’età del paziente, la gravità della condizione e l’opinione del paziente e dei genitori.
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