16 Aprile 2024
Sensibilità dentale: un aiuto dal laser

Sensibilità dentale: un aiuto dal laser

Fai fatica a bere il té caldo? Gustare un gelato ti sembra una tortura? Se la risposta è sì probabilmente sei affetto da sensibilità dentale. Facciamo un passo indietro: cosa significa sensibilità dentale? Si tratta di quella condizione in cui stimoli di natura differente natura causano un dolore acuto e di breve durata in una zona specifica dell’arcata.

Gli stimoli che lo suscitano possono essere:

  • Termici: come nell’esempio del té caldo e del gelato.
  • Tattili: una pressione manuale del dente o da parte di pezzi di cibo.
  • Osmotici: l’interazione con certi tipi di sostanze chimiche.

Solitamente queste stimolazioni non hanno alcun effetto sui denti, ma in alcune situazioni creano molti disagi. L’ipersensibilità dentinale è dovuta all’erosione dello smalto o all’esposizione della radice, il cosiddetto colletto dentale. Una brutta carie, una lesione o una malattia parodontale sono tutte cause plausibili che portano ad aumentare la sensibilità dentinale.

Immaginate il dente come un cavaliere: in condizioni normali ha un’armatura che lo protegge da tutti gli attacchi del nemico. Purtroppo però a volte quest’armatura può rompersi ed ecco che si crea un punto vulnerabile.

I trattamenti possibili per curare questa condizione sono molti: si va dall’uso di particolari paste da denti all’applicazione di vernici protettive. Negli ultimi anni si è però imposto un nuovo tipo di terapia, che ha un effetto molto migliore ed è altrettanto veloce da eseguire: si tratta della terapia con laser. Abbiamo parlato di questa terapia innovativa con il Dottor Gola che svolge la sua attività come dentista a Pavia.

Denti sensibili: come agisce la terapia

Sotto la superficie dura dello smalto si nasconde la dentina. Essa è uno strato poroso, entro il quale ci sono diversi microtubuli che la collegano al nervo. Non si sa di preciso da dove scaturisca la sensazione di dolore in presenza di sensibilità dentale, ma le teorie più avvalorate oggi parlano di spostamenti di liquidi all’interno di questi tubuli.

Pressioni manuali, sbalzi di temperatura e certe sostanze chimiche causano il movimento di questi liquidi che stimolano a loro volta il nervo del dente. Anche se la causa del dolore è un punto circoscritto, al paziente sembrerà che il fastidio provenga da tutta una zona della dentatura. Sta al dentista individuare l’area precisa da trattare.

L’obiettivo della terapia laser è chiudere superficialmente i microtubuli ed evitare così che gli stimoli possano generare una reazione così grande.

Il laser ha risultati migliori di altri materiali applicati meccanicamente alla dentina. Si evita infatti il rischio che questi materiali col tempo si erodano o si stacchino dalla superficie. L’uso del laser associato a un dentifricio specifico invece assicura una protezione duratura e stabile.

Sensibilità dentale: la tecnica del laser

La tecnica laser per trattare la sensibilità dentale può vantare il fatto di non essere invasiva: non si usa nessun bisturi e non è praticamente necessaria neppure l’anestesia.

Prima di procedere al trattamento il dentista è chiamato a valutare la situazione del paziente e capire se effettivamente si trova di fronte a un caso di ipersensibilità o meno. Una volta effettuata la diagnosi, si comincia l’operazione pulendo il colletto dentale con una pasta lucidante. Si colora poi l’area interessata con una matita e viene passato il laser per circa 10 secondi. Se il paziente non riporta fastidi, non è necessario applicare l’anestesia.

Dopo il trattamento il dentista verifica con un getto d’aria se il disagio è passato oppure no. Se necessario, è possibile ripetere l’operazione una seconda volta per rafforzarne l’effetto. Durante quei 10 secondi, seppur brevi, il laser ha fuso letteralmente l’ingresso dei microtubuli che stanno all’interno della dentina, creando un layer protettivo non più sensibile. L’effetto della terapia è soggettivo e in alcuni casi può essere utile affiancare al laser anche l’uso di altri prodotti desensibilizzanti.

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