24 Giugno 2025

Come gestire al meglio la pianificazione fiscale per le aziende: metodi e strategie 

Una buona strategia fiscale non è una pratica esoterica riservata ai board delle multinazionali: riguarda la SRL di famiglia, lo studio creativo con dieci teste brillanti e perfino la startup che fattura i primi 100.000 euro. 

Quando le imposte sono tra i costi più pesanti di ogni bilancio, l’unico modo per difendere la cassa e liberare risorse per la crescita è conoscere le regole del gioco e imparare a usarle. Vediamo come.

Perché la pianificazione fiscale è importante per tutte le aziende (e non solo per i colossi)

Se ci si sta chiedendo cosa sia, in fondo, la pianificazione fiscale, si può pensare a un navigatore satellitare: questo, infatti, può proporre il tragitto più rapido e sicuro, evitando pedaggi e strade chiuse. La stessa logica vale per l’impresa. Analizzare in anticipo il proprio flusso di ricavi, le spese ammissibili, gli incentivi applicabili e le scadenze, significa disegnare il percorso che riduce legalmente il carico d’imposta

Per una piccola SRL, quel risparmio può trasformarsi in nuovi macchinari, nell’assumere la figura chiave che mancava o nel finanziamento di un progetto di ricerca. Per un gruppo più grande vuol dire consolidare liquidità e reputazione nei confronti di banche e investitori. 

Chi opera con margini ristretti sa bene che il confine tra profitto e perdita può dipendere da poche voci in bilancio. Qui la pianificazione fiscale aziendale fa la differenza: spostare correttamente un ammortamento, scegliere un regime agevolato o programmare un investimento in digitalizzazione prima di fine anno sono decisioni che incidono sul risultato operativo tanto quanto una campagna di vendita azzeccata.

Parliamo perciò di pianificazione fiscale d’impresa più che di semplice dichiarazione dei redditi: una disciplina continua, che parte dall’analisi dei contratti e arriva alla redazione del budget, con un occhio alle norme domestiche e l’altro alle regole internazionali se l’azienda esporta o ha sedi estere.

Benefit Pluxee come esempio pratico di vantaggi ed efficienza per le aziende

Alla teoria bisogna sempre far seguire esempi concreti distribuiti in modo omogeneo ai dipendenti, vengono considerati “spese per prestazioni di lavoro” e possono essere dedotti al 100% dal reddito d’impresa entro il limite di 8€ al giorno nel caso dei buoni pasto elettronici e 4€ al giorno nel caso dei meno diffusi buoni pasto cartacei. L’IVA, fissata al 4%, è completamente detraibile

In pratica, l’azienda restituisce un potere d’acquisto netto ai collaboratori, riduce il cuneo fiscale sul costo del personale e semplifica la gestione contabile con una sola fattura mensile invece che con decine di scontrini. Il risparmio è immediato e sono tanti i benefici anche per i dipendenti: i Buoni Pasto Pluxee, per esempio, sono un benefit molto apprezzato perché 100% esentasse e utilizzabili per pausa pranzo, spesa e acquisto online in una rete di oltre 100.000 bar, locali, ristoranti, supermercati ed e-commerce. 

Un altro strumento fondamentale per la pianificazione fiscale sono i buoni acquisto. Si parla in questo caso di voucher di importo variabile, a scelta dell’azienda, ideali per premiare i dipendenti in caso di festività o conseguimento di obiettivi e risultati. Il vantaggio? Si adattano alle esigenze di ognuno. I Buoni Acquisto Pluxee, per esempio, sono utilizzabili in oltre 22.000 negozi e shop online per spesa, shopping, viaggi, intrattenimento e molto altro. 

Inquadrati come fringe benefit, non formano reddito imponibile per il lavoratore e restano integralmente deducibili per l’impresa fino a 2.000€ per dipendente con figli a carico e fino a 1.000€ per tutti gli altri.

Anche l’attivazione di un piano welfare integrato porta vantaggi fiscali grazie alla totale deducibilità. In questo caso, i dipendenti potranno gestire il loro piano un unico portale, come la Piattaforma Welfare Pluxee. Qui potranno scegliere di destinare il proprio credito welfare ai Buoni Acquisto Pluxee, a un ampio catalogo di voucher per salute, formazione, trasporti, sport, viaggi e tempo libero, oltre che a rimborsi e versamenti integrativi.

In tutti e tre i casi si tratta di soluzioni win-win che sposano il principio base della pianificazione fiscale SRL: massimizzare il vantaggio economico dentro i binari della legge, migliorando al contempo clima aziendale ed employer branding.

Strategie oltre i benefit

Naturalmente la definizione di pianificazione fiscale non può esaurirsi nei voucher. Bisogna invece capire quando capitalizzare la società e quando distribuire utili, verificare se i ricavi esteri possano godere di crediti d’imposta o se i costi di ricerca possano attivare il super ammortamento. Significa anche programmare il Trattamento di Fine Mandato per l’amministratore (l’equivalente del TFR per il dipendente) o cogliere gli incentivi prima della loro scadenza. 

Un orientamento alla pianificazione fiscale genera liquidità e crea ordine. Sapere con mesi di anticipo quali imposte versare, quando e con quali compensazioni permette di evitare stress da scadenza, interessi e sanzioni. Questa prevedibilità accresce la credibilità verso banche, fornitori e potenziali soci, tutti più inclini a sostenere un’impresa che dimostra di conoscere e gestire i propri numeri. In un Paese come l’Italia, dove la complessità amministrativa è ai vertici europei (secondo il Quality of Government Index dell’Università di Göteborg, l’Italia si è classificata al 33° posto su 36 Paesi OCSE, dopo essere stata valutata sulla qualità della burocrazia e l’efficacia amministrativa), la capacità di muoversi con metodo diventa un vantaggio competitivo importante e duraturo.